“Commercio, somministrazione e ricettività in difficoltà, ma restano il cuore pulsante dell’economia bresciana”
Il sistema imprenditoriale bresciano continua a mostrare segnali di resilienza e trasformazione.
Il sistema imprenditoriale bresciano continua a mostrare segnali di resilienza e trasformazione.
Secondo i dati Movimprese – Infocamere aggiornati al terzo trimestre 2025, le imprese registrate in provincia sono 117.103, con un saldo positivo tra iscrizioni e cessazioni di 425 unità. Un dato che conferma la vitalità del tessuto produttivo, ma che cela alcune criticità nei comparti storicamente più diffusi: commercio, somministrazione e ricettività.
Commercio: un settore in crisi strutturale. Il commercio resta uno dei pilastri dell’economia bresciana, ma i numeri raccontano un arretramento significativo: 23.300 imprese attive, con una perdita di 1.937 unità (-7,6%) rispetto al 2019. Dal 2011, quando le imprese erano 27.080, la contrazione sfiora il 14%.
«I numeri raccontano la fatica quotidiana di un comparto che sta pagando un prezzo altissimo alla trasformazione dei mercati e all’aumento dei costi – sottolinea Barbara Quaresmini, presidente di Confesercenti Lombardia Orientale –. È indispensabile un piano di rilancio che favorisca innovazione, digitalizzazione e valorizzazione dei negozi di prossimità, veri e propri presìdi di socialità e qualità della vita nei quartieri e nei piccoli centri»
Le cause sono molteplici: mutamento delle abitudini di consumo, concorrenza delle grandi piattaforme online e crescita dei costi di gestione, in primis affitti e utenze.
Somministrazione e ricettività: la tenuta del turismo non basta. Nonostante l’alta valenza del comparto turistico per la nostra provincia, con oltre 11 milioni di presenze, i due settori storicamente centrali registrano segnali di affaticamento. Nel terzo trimestre 2025, infatti, le imprese attive sono 1.152 nel settore ricettivo e 7.626 nella ristorazione, per un totale di 8.778. Nel 2019 erano 9.178, con un calo complessivo di oltre il 4%.
A livello nazionale negli ultimi dieci anni sono scomparse oltre 23.500 attività commerciali di base nei piccoli comuni, dai negozi alimentari ai bar. Parallelamente il commercio digitale vive un’espansione senza precedenti: nel solo 2023 in Italia sono stati consegnati 906 milioni di pacchi, pari a 15 l’anno per abitante.«La riduzione dei punti vendita non è solo un problema economico ma anche sociale – aggiunge Quaresmini -. Oggi più che mai abbiamo bisogno di servizi di prossimità e di politiche mirate alla rigenerazione urbana e territoriale, a partire da un regime fiscale agevolato per le imprese di base nei comuni minori».
Garda: un’isola di resilienza. «L’area del Garda mostra una maggiore capacità di tenuta rispetto ad altre zone della provincia – spiega Andrea Maggioni, coordinatore di Confesercenti per il Lago –. Questo grazie alla presenza turistica, che alimenta una domanda più dinamica e diversificata. Ciò consente alle imprese di affrontare meglio una domanda interna ancora debole, soprattutto per i beni non alimentari, dove si registra una sensibile contrazione dello scontrino medio».
Le proposte di Confesercenti. Confesercenti richiama l’attenzione delle istituzioni locali e nazionali – anche in vista della prossima Legge di Bilancio – sull’urgenza di un intervento strutturale a sostegno del comparto.
Tra le misure prioritarie:
– Riduzione della pressione fiscale e burocratica su micro e piccole imprese
– Revisione delle vendite di fine stagione
– Incentivi alla transizione digitale e all’innovazione dei modelli di business
– Valorizzazione dei centri storici e dei quartieri attraverso il rilancio del commercio di vicinato
– Formazione e riqualificazione per imprenditori e lavoratori del settore
“Nuova Impresa nei Piccoli Comuni”: un segnale positivo Per Quaresmini e Maggioni il provvedimento regionale “Nuova Impresa nei Piccoli Comuni e Frazioni”, promosso dall’assessore Guido Guidesi, «rappresenta una misura importante e concreta per sostenere l’apertura e il consolidamento di attività nei territori minori».
«È un bando che va nella giusta direzione – rimarcano –, perché interviene su uno dei nodi centrali dello sviluppo locale: il presidio economico e sociale del territorio. Nei piccoli comuni le attività commerciali e artigianali non sono solo imprese ma luoghi di vita e relazioni.
Sostenerle significa contrastare lo spopolamento e mantenere viva la comunità» Il commercio continua a rappresentare uno dei pilastri dell’economia bresciana e nazionale – conclude Quaresmini -. Senza interventi mirati rischiamo un progressivo svuotamento dei centri urbani e una perdita di coesione sociale. È il momento di agire con decisione per accompagnare la trasformazione del settore e restituire competitività e dignità alle nostre imprese». Maggioni evidenzia come «commercio, somministrazione e ricettività non sono solo attività economiche ma spazi di socialità, sicurezza e identità locale, sono parte integrante del paesaggio urbano e del turismo stesso. La politica batta un colpo, prima che sia troppo tardi».