Brescia si conferma destinazione turistica di punta, entrando nella top ten italiana per la spesa generata dai visitatori stranieri nel 2024. La nostra provincia ha registrato un flusso di 477 milioni di euro spesi dai turisti internazionali, rappresentando il 2,3% della spesa complessiva a livello nazionale.
A dirlo è il rapporto “Tourism and Incoming Watch” elaborato da Nexi in collaborazione con la direzione scientifica dell’Osservatorio Nazionale del Turismo del Ministero del Turismo. Lo studio ha monitorato le transazioni effettuate con carte di pagamento straniere nei punti vendita fisici sul territorio italiano nel triennio 2022-2024, fornendo una fotografia chiara e dettagliata della spesa turistica. Sono escluse da questa analisi le spese online o quelle effettuate nel Paese d’origine del titolare della carta.
L’ottima performance di Brescia sottolinea il suo crescente appeal internazionale e l’efficacia delle strategie di promozione turistica messe in atto. Un aperitivo, il biglietto del museo, un capo d’abbigliamento, la camera di hotel o la cena al ristorante: le spese dei turisti stranieri sono tante e sono state anche di più rispetto al 2022. Sta crescendo rapidamente anche la spesa dei viaggiatori provenienti da nuove aree geografiche. Rimangono in testa, per quanto riguarda il Bresciano, i flussi turistici ed economici di Germania (181 milioni, il 38% del totale bresciano nel 2024) , Olanda (41 milioni, il 9%) e Gran Bretagna (37
milioni, l’8%).
Questi dati sono rilevanti per gli enti pubblici, per le imprese e per tutti gli operatori della filiera, perché consentono di avere un quadro conoscitivo, soprattutto in termini di spesa e di scelte di acquisto da parte del viaggiatori internazionali, fondamentale per poter assumere decisioni appropriate.
A livello italiano: dalla lettura incrociata dei dati sulle transazioni con carta di credito e il paese di provenienza un dato balza all’occhio: nel 2024 il valore della spesa con carta dei viaggiatori stranieri sul territorio italiano ha superato i 20,9 miliardi, in crescita del 37,9% rispetto al 2022. Il turismo internazionale è una fonte oramai imprescindibile per il commercio e la produzione manifatturiera Italiana.
Interessanti i dati dei singoli paesi di provenienza: i viaggiatori provenienti dal Brasile e dall’ Australia registrano i più alti tassi di crescita, attestandosi rispettivamente al +155% e +100%. Con oltre 3,8 miliardi spesi, i turisti statunitensi si confermano i più fidelizzati in Italia (18,3% del totale incoming), mentre i viaggiatori provenienti dai Paesi arabi sono quelli più “alto-spendenti” con una spesa media per carta pari a più del doppio rispetto a quella di tutti gli altri Paesi (913 per l’ Arabia Saudita e 822 per Emirati Arabi Uniti, contro una media di 411).
A livello di distribuzione sul territorio, il 75% del valore del turismo incoming è generato da 20 province che rappresentano un nucleo consolidato di destinazioni attrattive su cui si possono costruire strategie di crescita. Per quanto riguarda le abitudini di consumo dei viaggiatori stranieri in Italia, i ristoranti e le strutture ricettive attraggono quasi il 50% delle spese, seguiti da moda e accessori (12,2%) che catalizzano in particolare la spesa di una nicchia ad alto potenziale economico rappresentata dai viaggiatori della Penisola Araba (30,6% del loro budget) e del Sud-Est Asiatico (30%). Questi ultimi, in particolare, risultano essere molto attratti anche dalla gioielleria italiana e dagli acquisti nei grandi magazzini arrivando a destinare rispettivamente il 9,8% e il 12% del loro budget, cinque volte di più di quanto spendono in media i viaggiatori stranieri (2,2% e 2,2%). «È davvero notevole il fatto che la nostra provincia risulti nelle prime dieci a livello nazionale, precisamente al nono posto davanti a Como, Siena, Torino, Genova e Palermo che oltretutto, nell’immaginario collettivo, possono essere considerate più attrattive della nostra – spiega la presidente di Confesercenti della Lombardia Orientale, Barbara Quaresmini -. Questi numeri certificano l’alto valore strategico dei pagamenti digitali dei turisti esteri, che contribuiscono in maniera rilevante al benessere del comparto e al Pil dell’intera provincia in ogni sue declinazione commerciale.
Il tessuto della provincia di Brescia conta migliaia di esercizi commerciali strettamente legati al turismo che producono, insieme alla ricettività alberghiera, una fetta considerevole del Pil bresciano, con profonde e diffuse ricadute positive su tutto il territorio ed i residenti. Possiamo dirlo: la terza gamba economica della provincia bresciana insieme al settore metallurgico e a quello manifatturiero è oramai quello turistico-commerciale». «Secondo i dati Nexi nel 2024 il Garda si posiziona al quinto posto italiano per spesa turistica, con 733 milioni di euro. Questo dato è il doppio rispetto alla Riviera Toscana (351 milioni) e due volte e mezzo quello del Lago di Como (284 milioni) – osserva Andrea Maggioni, coordinatore Confesercenti Lombardia Orientale per il Lago di Garda -. Nello specifico al primo posto c’è Roma, seguita da Milano, Firenze, Venezia, Costiera Amalfitana e, quindi, il Lago di Garda, che totalizza il 3,5% della spesa nazionale, il triplo del Lago di Como che si ferma all’1,4%».
«Nell’area turistica del Garda, al primo posto in termini di spesa con 363 milioni di euro ci sono i tedeschi (49%), seguiti con 78 milioni dagli olandesi (11%) e con 49 milioni dagli inglesi (7%) – aggiunge Maggioni – Questa declinazione è in controtendenza rispetto al resto delle mete turistiche italiane, dove al primo posto vi sono gli statunitensi. Questo indica che un possibile nuovo mix di presenze debba essere cercato in quella direzione, dato che i nordamericani hanno tra il più alto potere di spesa». C’è un altro dato su cui riflettere: l’indice di stagionalità della spesa, che si attesta all’88%. «Questo numero evidenzia la significativa concentrazione della spesa straniera in alcuni mesi dell’anno – prosegue Maggioni -. Un dato che nell’arco degli ultimi due anni è però diminuito del 10% a seguito del grande lavoro di destagionalizzazione che gli operatori stanno portando avanti».
Nel complesso il tessuto economico del Lago di Garda conta migliaia di esercizi commerciali strettamente legati al turismo che producono, insieme alla ricettività alberghiera, una fetta considerevole del Pil locale, con profonde e diffuse ricadute positive su tutto il territorio e i residenti.
«Possiamo dirlo con franchezza – conclude Maggioni -: il legame tra Lago di Garda e turismo-commercio è indissolubile, vera e unica prospettiva di crescita economica e benessere diffuso di questa area».