La lettera
“Molte grazie al Comune di Cremona…..!!!!
E’ quello che noi commercianti cremonesi vogliamo gridare in questo dicembre 2019.
A fronte dell’ennesima apertura di un “villaggio dello shopping” in viaSesto ed alla notizia dell’insediamento di altri siti commerciali sulla tangenziale che arriveranno nei prossimi mesi, esprimiamo il nostro malcontento ma urliamo l’impossibilità di gestore le nostre attività a fronte di un progetto di città che non ci considera per niente!
Si possono fare analisi considerazioni di vario tipo: il commercio che è cambiato, l’arrivo dei colossi on-line, la crisi che colpisce la famiglia italiana….
Ormai non è più una questione di orari di apertura, di giorni, di stagioni o di presenza o meno on line.
I nostri negozi rimangono vuoti e noi non ce la facciamo più!
Il tempo per noi, commercianti di vicinato storici o neofiti è terminato. Possiamo dire che è stato bello finché la nostra città l’ha permesso e ci ha supportato, finché si è guardato più in là delle promesse che questi “agglomerati” commerciali promettono.
Finché si è considerato il significato sociale di avere una città viva.
Adesso vogliamo lanciare un vero grido d’allarme che sarebbe sbagliato considerare come un problema solo nostro, un affare solo dei commercianti.
I nostri negozi, le nostre botteghe, i nostri magazzini rappresentano anche un’identità della nostra Cremona.
Senza insegne illuminate, senza le vetrine che ci accompagnano nella nostra quotidianità lavata della città si spegne.
Si perdono luoghi di servizio e di incontro, per parlare, per scambiare notizie sulla vita di un quartiere, della sua gente e dei suoi abitanti,
Si sta verificando un vero collasso che coinvolge il centro storico ma anche le vie più periferiche.
Ci sono giorni in cui le nostre strade sono deserte, tutto è più triste, più grigio e silenzioso.
Contemporaneamente si verificano intasamenti nel traffico sulle direttrici per il centro commerciale.
Là i prezzi sono più convenienti? Gli operatori hanno migliori prospettive? La qualità degli incontro è migliore?
La convenienze dei prezzi è relativa e alle altre domande rispondiamo sinceramente con un convinto no.
Quale idea di città ha sostenuto e continua a sostenere la creazione di poli periferici?
Dove è quel “sostegno e diffusione alla mobilità che porti in centro”?
Ma quale arredo urbano potrà mai surrogare un centro città deserto?
Insomma, quale progetto c’è per la nostra bellissima e poco conosciuta città?
Le iniziative culturali non reggono il quotidiano declino, le notti dei giovani rimangono occasioni di socialità a volte perse, a volte malate di quell’individualismo che tanto male sta facendo alla nostra società contemporanea,
Ma gli interessi individuali hanno fatto tanto male anche alla nostra categoria che ora da singolo negozio a singola bottega sparirà come categoria sociale.
Chi e come la sostituirà?”
Elisabetta Ardigò
Capofila di un gruppo di commercianti storici abbandonati
dalle istituzioni amminstrative